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Alcool: fra le prime cause di incidenti mortali.

Il 30-50% di tutti gli incidenti stradali sono dovuti all’alcool ed il 50% degli incidenti mortali sono dovuti a giuda in stato di ebbrezza. Nel 1997 si sono avuti in Italia 190031 incidenti stradali con 6226 morti e 270962 feriti. Applicando le percentuali sopra indicate si comprende bene la drammatica responsabilità dell’alcool. E’ esperienza continua che la maggior parte degli alcoolisti provocano una serie innumerevole di incidenti stradali, dai più lievi a i più disastrosi.
L’alcool riduce la capacità di giuda con tre meccanismi diversi che ovviamente si sommano:

1. Allungamento dei tempi di reazione. Fra il momento della percezione di un ostacolo ed il momento della frenata passano nell’individuo normale 0,75 secondi. In un soggetto con un alcoolemia superiore a g 0,8 per mille il tempo di reazione aumenta a 1,25 secondi.

2. Restringimento dell’ampiezza del campo visivo. Il conducente sotto l’influenza dell’alcool non si accorge in tempo della presenza di veicoli che provengono da destra o da sinistra, cioè dagli estremi del suo campo visivo. Si arriva alla cosiddetta visione in “tunnel”. Con questo meccanismo si spiegano molti incidenti da mancata precedenza.

3. Alterazione del senso della distanza e della velocità. Così si comprendono i tentativi di sorpasso evidentemente impossibili. Da notare che chi giuda sotto l’influenza dell’alcool non soltanto non è consapevole delle diminuite capacità, ma al contrario le sente aumentate per cui guida con un atteggiamento di falsa sicurezza.

Nella maggioranza dei Paesi nei quali per legge viene effettuato l’alcooltest sull’aria espirata, l’alcoolemia di g 0,5 per mille è la massima tollerata. Per raggiungere questi livelli non occorre consumare grandi quantità di bevande alcoliche: sono sufficienti, per un uomo di 70 kg, 450 ml di vino oppure un litro di birra, o due tre whisky, o, come durante un pranzo, un aperitivo, più 350 ml di vino, più un whisky. Ma pensate a quanto beve un alcoolista! In realtà, quando l’alcoolemia è già di 0,3 g per mille la capacità non è più la stessa che nello stato di sobrietà. L’alcoolismo, inoltre, provoca a volte alterazioni della visione cromatica, disturbando così la percezione dei colori. In vari Paesi la frequenza degli incidenti del traffico provocati dalla guida sotto l’influenza dell’alcool varia dal 40 al 70%. Il Consiglio d’Europa, anni fa, dava la cifra di 250000 decessi annui per incidenti da causa alcolica. E’ recente la disposizione per la quale in autostrada è vietata la vendita di superalcolici dalle 22 alle ore 6. Ma serve a poco! Ci sono il vino e la birra ed un alcoolista non fa molta distinzione, può appagare il suo bisogno anche con questi. Quali sono gli effetti tossici dell’alcool sul sistema nervoso centrale ai vari livelli di alcoolemia?

• A 0,5-0,8 g per mille: euforia ed incordinazione motoria;

• A 0,8-1,0 g per mille: nistagmo, aumento tempo di reazione, prime alterazioni elettroencefalografiche;

• A 1,0-2,0 g per mille: instabilità emotiva, grave incordinazione motoria;

• A 2,0-3,0 g per mille: stato confusionale, pronuncia indistinta, amnesia;

• A 3,0-4,0 g per mille: stato stuporoso e coma;

• A 5,0 g per mille: morte.

L’alcoolismo è un problema medico e sociale, in continua espansione, che deve essere affrontato. I medici di famiglia potrebbero contribuire efficacemente all’educazione sanitaria della popolazione nel campo dell’alcoolismo sfatando i numerosi pregiudizi (“l’alcool fa digerire”; “l’alcool riscalda”; “l’alcool dà forza”; “l’alcool dilata le coronarie”, ecc.) che facilitano l’abuso alcolico offrendo un alibi prezioso a chi tende a commettere tale abuso. Ma soprattutto i medici di famiglia possono impegnarsi a non emarginare l’alcoolista e aiutarlo a curarsi.

E’ uno di noi.

Dr. Maurizio Pasquazzi, alcologo. (IPRA s.r.l.)