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...Per molti anni si è ritenuto che nelle donne i problemi di abuso alcolico fossero di gran lunga inferiori che negli uomini. Questo convincimento, unito ad una forte condanna sociale del bere nella donna, ha causato una carenza di diagnosi, trattamento e ricerca in campo di alcolismo femminile.

 Più recentemente, vuoi per un più visibile approccio all’alcol da parte della donna, vuoi per una migliorata sensibilità dei medici e dei mezzi diagnostici, l’alcolismo femminile viene più facilmente identificato. La dipendenza alcolica negli ultimi anni è in costante aumento, in particolare nei giovani e nelle donne. In Italia il rapporto uomo-donna, per questa malattia, è di 4:1 ma in alcune regioni (Veneto, Friuli) di 3:1. Anche se i problemi alcol-correlati sono più frequenti negli uomini che nelle donne, nei giovani questa prevalenza maschile si riduce lasciando intravedere l’accresciuto alcolismo delle giovani donne. Nel nostro Paese esistono 3,5 milioni di bevitori eccessivi e circa 1,5 milioni di alcoldipendenti (alcolisti cronici).

 Tra le donne alcoliste, di recente, si è osservato che esiste una quota di donne anziane che hanno iniziato ad avere problemi di abuso alcolico soltanto negli ultimi anni di vita.

 Molte alcoliste sono anche farmacodipendenti (sedativi, ipnotici, stimolanti, analgesici) ed in quelle di età compresa tra i 20 e i 40 anni si riscontra la stessa incidenza di abuso di marijuana che tra gli uomini. Tra i ragazzi non esistono differenze tra uomini e donne per quanto concerne l’età di inizio e la quantità di alcol, di marijuana o altre droghe consumate.

 L’alcolismo è una malattia multifattoriale in rapporto all’individuo (fattori fisici, genetici, psichici), all’ambiente e alla sostanza alcol etilico. Nelle donne esistono alcuni fattori che aumentano il rischio di contrarre la malattia: 1) bere per superare la timidezza o l’ansia in giovane età; 2) bassa autostima nell’adolescenza; 3) scarsa competitività nell’adolescenza; 4) storia familiare di alcolismo (specie paterna); 5) grave sindrome premestruale; 6) concomitanti malattie psichiatriche; 7) precedente uso di altri farmaci; 8) alcolismo del partner; 9) storie di rapimenti o di incesti; 10) problemi di oralità (cibo); 11) violenza domestica.

 Le donne alcoliste hanno una spettanza di vita inferiore di 15 anni. Ciò è legato in particolare alla patologia alcol-correlata, agli incidenti, ai suicidi.

 Le donne subiscono più che gli uomini la lesività dell’alcol per un minor contenuto di acqua nel proprio organismo e per una ridotta attività dell’enzima alcoldeidrogenasi dello stomaco presente in quantità inferiore nelle donne. La patologia alcol-correlata interessa l’apparato gastroenterico (cirrosi epatiche, epatiti, pancreatiti, gastriti, ulcere peptiche, cancro all’esofago, etc.); il sistema nervoso centrale e periferico (encefalopatie, atrofie cerebrali e cerebellari, polineuropatie, neuriti ottiche, etc.); l’apparato cardiovascolare (aritmie, cardiomiopatie, ipertensione arteriosa, etc.); l’apparato emopoietico (anemia, leucopenie, piastrinopenie, etc.); il sistema endocrino (ipotalamo, ipofisi, ghiandole sessuali, etc.). La donna alcolista soffre di irregolarità mestruali fino all’amenorrea, di gravi sindromi premestruali, di ridotto desiderio sessuale fino alla frigidità e spesso di sterilità.

 In gravidanza, l’alcol attraversa la placenta e danneggia il feto. A dosi letali si verifica l’aborto. A dosi minori il feto viene direttamente danneggiato (sindrome alcol-fetale). Nel feto si verifica un rallentamento della crescita, una riduzione del peso fetale, un ritardo mentale, anomalie neurologiche, intellettuali e/o di comportamento, alterazioni caratteristiche del volto (microcefalia, microftalmia, ipoplasia della zona facciale mediana) ed altre malformazioni. Un terzo dei bambini nati da donne che consumavano più di sei dosi di alcol (= 60g) al dì sono risultati affetti da sindrome alcol-fetale.

 La donna alcolista vive una sofferenza profondissima per la sua insopprimibile necessità di bere. Vive sola anche all’interno della sua famiglia alla quale, molto spesso, riesce a nascondere il suo bere per anni. Più di un uomo la donna alcolista vive l’emarginazione e la condanna sociale per il suo bere. Incapace di aver cura di sé, di prendersi cura dei figli, assiste impotente al fallimento del suo rapporto matrimoniale, della sua attività lavorativa e subisce ineluttabilmente il proprio degrado fisico e mentale.

Aiutaci a curare una donna alcolista. E’ una di noi.

Dr. Maurizio Pasquazzi, alcologo. (IPRA s.r.l.)